Anoressia nervosa: le cause, le conseguenze sulla salute e le ragioni che si celano dietro il rifiuto del cibo
L’anoressia nervosa è un disturbo che negli ultimi 25 anni si è notevolmente diffuso nei paesi occidentali: in Italia si calcola che ogni anno almeno 6.000 persone si ammalino di questa patologia. In prevalenza riguarda donne tra i 12 e i 25 anni, spesso di intelligenza superiore alla norma , ma in maniera sempre maggiore anche in uomini e bambini.
In realtà l’anoressia ha avuto origine già nel Medioevo, quando molte donne si privavano del cibo per distaccarsi dai bisogni terreni, per poter così raggiungere la perfezione interiore.
Anoressia nervosa: le origini e le caratteristiche
Il termine anoressia deriva dal greco e significa letteralmente mancanza di appetito. Questo termine è assolutamente inadeguato, poiché queste persone non smettono mai di avere fame, anzi il cibo diventa il loro unico e costante pensiero, ma hanno una tale paura di ingrassare da imparare a sopportare o ingannare lo stimolo della fame.
L’anoressia è una patologia che ha come caratteristica fondamentale un’estrema paura di aumentare di peso e la tendenza a ridurre il più possibile l’assunzione del cibo, fino al digiuno.
La persona anoressica ha un’immagine distorta del proprio corpo, che sembra sempre troppo grasso, nonostante sia molto magro e vive nel terrore di perdere il controllo sul proprio peso, sul cibo e sul corpo. L’autostima della persona, inoltre, diventa inscindibilmente legata alla capacità di perdere peso e di rifiutare il cibo.
Cosa c’è dietro al rifiuto del cibo?
L’anoressia è una malattia determinata da una condizione di profondo disagio psicologico.
Può essere considerata come una difesa che il soggetto mette in atto nei confronti di vissuti dolorosi di vari tipi (difficoltà nelle relazioni sentimentali o relazioni familiare problematiche, delusioni in campo affettivo, lavorativo, scolastico, sociale) che sembrano non essere tollerabili o affrontabili diversamente.
Di fronte a un senso di impotenza, di non avere controllo sulla propria vita, sul mondo interno ed esterno, la persona anoressica controlla assiduamente il corpo e il peso, riacquistando un’illusione di controllo. Si illude che cambiando il proprio corpo sia possibile cambiare anche la propria vita.
La funzione difensiva dell’anoressia nervosa
L’anoressia ha una funzione difensiva, può sembrare la soluzione per evitare di affrontare il proprio dolore e le difficoltà della propria vita, è un modo per smettere di pensare. L’anoressica svuota il suo corpo dal cibo ma riempie la mente col pensiero del cibo e del peso, in modo che non resti spazio per pensieri dolorosi.
Il non mangiare, riuscire a vivere senza cibo porta ad avere la sensazione forza, di autosufficienza, di non avere bisogno di niente e di nessuno.
Inoltre il rifiuto del cibo e di un corpo normopeso può rappresentare il rifiuto di crescere, di essere donna. Infatti l’ideale dell’anoressica è un corpo talmente magro che non ha più segni di femminilità.
Anoressia, bulimia e danni alla salute mentale e fisica
Nell’anoressia la sofferenza diventa estremamente visibile: tutti la possono leggere scritta a chiare lettere nell’immagine del corpo magro e debilitato. Rappresenta quindi una disperata richiesta di aiuto, che non può essere espressa a parole e un tentativo estremo di attirare su di sé quell’attenzione che la persona sente di non poter ricevere altrimenti.
Spesso anoressia e bulimia si alternano ciclicamente: la persona anoressica, che non riesce più a controllare la fame, cade nell’abbuffata e poi si punisce con il vomito autoindotto.
I danni alla salute legati all’anoressia possono essere molto gravi: disidratazione, ulcere, irregolarità nel ciclo mestruale, osteoporosi, perdita dei capelli, danni ai denti, insufficienza renale, problemi cardiaci e al fegato. Se non viene riconosciuta e curata in tempo può, nei casi più gravi, condurre alla morte.
fonte: https://parolinipsicologaverona.wordpress.com/anoressia/