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Ansia del contagio e conflittualità sociale: come usciremo dalla pandemia?

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La pandemia ci ha lasciato in eredità un’ansia del contagio e una conflittualità sociale che difficilmente spariranno, anche se il Covid dovesse finire domani

Ansia del contagio: chi non l’ha sperimentata in questi anni?

Stiamo per entrare nel fatidico 2022: è tempo di fare un bilancio di questi 2 anni difficili.

Due anni di Covid, riassunti

All’indomani dell’esplosione della pandemia del Covid-19, siamo passati da 2 mesi di lockdown totale alla speranza che con l’uso delle mascherine e il mantenimento della “distanza sociale” il virus si sarebbe addormentato (se non estinto) con la complicità del caldo dei mesi estivi.

Inizialmente così sembrava, invece nell’autunno del 2020, è arrivata la seconda ondata di contagi, che ha costretto il governo ad imporre nuove restrizioni nei contatti della vita sociale (smart working, didattica a distanza ecc.).

A gennaio 2020 arrivano finalmente i vaccini, la gente comincia a vaccinarsi. Prima dose, seconda dose. Al caldo di luglio 2020 circa l’80-85% della popolazione italiana e mondiale è vaccinata.

Sembra fatta?

Nemmeno per sogno!

Con l’autunno e l’inverno attuale arriva la terza ondata di contagi che impone la somministrazione della terza dose che è già in atto, e il ballo sociale contro il micidiale nemico invisibile continua.

Fin qui i fatti.

Ma il risvolto psicologico e sociale?

Il Covid da un punto di vista psicologico e sociale

A colpire è il clima di estrema e pericolosa conflittualità sociale che si è venuta a creare nei cuori delle persone in questi due anni. Conflittualità che si declina nell’ansia del contagio nel presente e nell’ansia del futuro per come saremo quando ne usciremo fuori. Perché sono convinto che ne usciremo, ma il “come” farà la differenza.

Relativamente all’ansia nel presente fomentato dalla fobia del contagio, quello che si va delinenando è uno scenario del tipo “tutti contro tutti”.

La rabbia dei vaccinati contro i no-vax e viceversa.

L’odio contro le ditte farmaceutiche che speculano per fini economici, trascurando i paesi più poveri, e contro la scienza e gli scienziati che non mantengono la sicurezza sanitaria che promettono.

Il rancore contro l’informazione partigiana del mass-media e il giornalismo terroristico.

Ansia del contagio e ansia per il futuro

Venendo all’ansia del futuro, certamente questa situazione non promette nulla di buono nella proiezione di un futuro diverso dal presente attuale, perché manca la pre-condizione fondamentale che salvaguarda la vita di tutti: il rispetto delle opinioni diverse dalle proprie. 

Proprio questo è infatti pre-condizione che permette la costruzione sociale di quei valori  di coesività etico-spirituale di un popolo: solidarietà e fratellanza, valori molto ben descritti e sostenuti dal grande sociologo E.Durheim, fondatore insieme ad A.Comte della sociologia.

Anche lo psicoanalista Massimo Recalcati ha affermato di recente che senza solidarietà e fratellanza, anche i valori di libertà e uguaglianza svaniscono, aggiungendo che se tali valori regolano il sentimento che scorre nelle vene dei soggetti sociali, allora non sono solo retorici.

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