Disturbi d’ansia, ansia sociale e hikikomori sono connessi strettamente tra loro: vediamo in che modo, come si manifestano e come si curano
L’ansia si può definire come il complesso di reazioni cognitive, comportamentali e fisiologiche che si manifestano in seguito alla percezione di uno stimolo ritenuto minaccioso e verso il quale non ci sentiamo sufficientemente capaci di reagire. Spesso si accompagna ad elevata sudorazione, battito cardiaco accelerato, ipervigilanza sull’ambiente circostante, irrequietezza, rimuginio di pensieri, difficoltà di concentrazione.
Dai risultati di alcuni studi pubblicati sul Journal of Abnormal Psychology, emerge che sono gli adolescenti e i giovani (dai 12 ai 19 anni) ad essere più esposti all’ansia rispetto agli adulti. Si tratta dell’unica fascia d’età in cui si riscontra un trend in crescita. Uno spaccato sociale che la dice lunga sullo stile di vita che i ragazzi conducono oggi e sulle battaglie interiori di cui sono protagonisti e che non possono essere banalizzate.
Rientrano nei disturbi d’ansia più diffusi la fobia specifica (aereo, cani, gatti, ragni, insetti ecc….), il disturbo di panico o agorafobia (paura di stare in situazioni da cui non ci sia una via di fuga), il disturbo ossessivo-compulsivo, la fobia o ansia sociale, il disturbo post-traumatico da stress, il disturbo d’ansia generalizzata.
Il DSM 5 (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders) identifica le seguenti categorie diagnostiche per i disturbi d’ansia:
- Disturbo d’ansia di separazione
- Mutismo selettivo
- Fobia specifica
- Disturbo d’ansia sociale (fobia sociale)
- Disturbo di panico
- Specificatore dell’attacco di panico
- Agorafobia
- Disturbo d’ansia generalizzata
- Disturbo d’ansia indotto da sostanze/farmaci
- Disturbo d’ansia dovuto a un’altra condizione medica
- Disturbo d’ansia con altra specificazione
- Disturbo d’ansia senza specificazione
Ansia sociale: la paura di stare in mezzo agli altri
I principali sintomi del disturbo d’ansia sociale, sia per i bambini che per gli adulti, sono i seguenti:
- Paura o ansia marcate relative a una o più situazioni sociali nelle quali l’individuo è esposto al possibile giudizio degli altri, come essere osservati o eseguire prestazioni di fronte ad altri.
- L’individuo teme che agirà in modo tale da essere criticato o manifesterà sintomi di ansia che saranno valutati negativamente.
- Le situazioni sociali temute provocano quasi invariabilmente paura o ansia.
- Le situazioni sociali sono evitate oppure sopportate con paura o ansia intense.
- La paura o l’ansia sono sproporzionate rispetto alla reale minaccia posta dalla situazione sociale e dal contesto socioculturale.
- La paura, l’ansia o l’evitamento sono persistenti e durano tipicamente 6 mesi o più.
Ansia sociale e hikikomori: quale connessione?
Collegato all’ansia sociale, troviamo un fenomeno di importanza rilevante, l’Hikikomori: tale termine deriva dal giapponese (letteralmente significa stare in disparte, isolarsi, ritirarsi) e fu definito dallo psichiatra giapponese Tamaki come un particolare fenomeno che si manifesta attraverso il ritiro sociale, l’auto-esclusione dal mondo esterno, l’isolamento ed il rifiuto totale non solo per ogni forma di relazione, ma anche per la luce del sole (i giovani Hikikomori, spesso, sigillano le finestre con carta scura e nastro adesivo).
Negli ultimi 20 anni, la grande diffusione dell’Hikikomori ha portato alcuni autori a considerarlo un disturbo mentale a sé. Tuttavia, poiché non è presente ancora una chiara descrizione dell’Hikikomori, esso non rientra all’interno della categorizzazione psichiatrica internazionale (DSM-5).