L’Hikikomori, la tendenza ad isolarsi dei giovani giapponesi è ormai arrivata anche in Europa e sebbene non si tratti ancora di un vero e proprio disturbo inserito nel DSM, sta attirando l’attenzione di psicologi e psichiatri. Vediamo cos’è, come si manifesta e qual è il suo legame con altri disturbi, come l’ansia sociale
L’Hikikomori, termine giapponese che significa isolarsi, stare in disparte, è la tendenza ad auto-escludersi dal mondo esterno, a ritirarsi in una condizione di isolamento totale che tiene il soggetto chiuso in casa e lo spinge ad evitare ogni forma di relazione.
Hikikomori e ansia sociale: quale correlazione?
L’Hikikomori è un fenomeno in crescita, soprattutto tra i giovani, non soltanto orientali, tuttavia non è ancora considerato un vero e proprio disturbo: molti psichiatri e psicoterapeuti sono però inclini a considerarlo una manifestazione dell’ansia sociale, di cui abbiamo parlato in questo articolo.
Se esista o meno una relazione forte tra ansia sociale e Hikikomori sembra ancora una domanda aperta.
L’Hikikomori nella società occidentale
Il non poter soddisfare pienamente tale quesito sembra risiedere nel fatto che l’Hikikomori nasce nell’Asia Orientale, dove la Fobia Sociale è socialmente accettabile. L’Asia Orientale ha una maggiore accettazione del ritiro sociale e delle tendenze evitanti.
Ci sono chiare differenze tra le culture individualistiche occidentali e le culture collettive orientali.
Nelle culture occidentali, l’imbarazzo assume una connotazione negativa, esponendo il soggetto a una valutazione di incompetenza relazionale, mentre nelle culture orientali diviene segno di rispetto, competenza sociale e maturità. Inoltre, nella cultura occidentale, l’autoesclusione tende ad esprimersi attraverso la dipendenza da alcol, droghe e/o le negazione dei propri bisogni primari (come accade ad esempio nei disturbi del comportamento alimentare), i giovani orientali, figli di un contesto gruppale, scelgono invece, la via del silenzio (Moretti, 2010).
Un fattore comune a giustificare la presenza di soggetti con sindrome di Hikikomori in entrambe le società, potrebbe risiedere nello stile genitoriale: in accordo con Bowlby (1969), la competenza genitoriale si verrebbe a sviluppare attraverso un attaccamento sicuro, garantendo un senso di fiducia nella figura di attaccamento e una maggiore esplorazione. Un attaccamento insicuro potrebbe invece provocare difficoltà relazionali (Procacci, Popolo e e Marsigli, 2015).
In molti casi si è osservato come in soggetti Hikikomori vi siano episodi di “sconfitta senza lotta” già prima di presentare tale condizione, come ad esempio rinunciare ad un esame nonostante si abbia studiato molto o l’abbandono di una squadra perché si pensa non si verrà selezionati. Vengono quindi ad evitarsi condizioni di competizione sociale. Tali soggetti si trovano di fronte all’ immagine di un sé ideale che nasce dai desideri di altri piuttosto che dai propri.
L’identikit di un soggetto Hikikomori
La letteratura spiega come l’identikit di un soggetto con sindrome di Hikikomori sia quello di figlio unico, di genitori entrambi laureati, di cui la figura paterna, quasi sempre assente (a lavoro per gran parte della giornata), ricopre un ruolo dirigenziale e scatena nel giovane Hikikomori il timore di non essere all’altezza, di non essere bravo come i suoi compagni di scuola o di non essere sufficientemente adeguato per poter raggiungere lo stesso prestigio del padre.
Invece, la madre casalinga si occupa, come impone la cultura nipponica, della gestione di figli e della casa e risulta essere una figura fin troppo presente e iperprotettiva, unica deputata alla crescita e all’educazione del figlio sul quale è facile proiettare ansie e attese (Moretti, 2010).
Hikikomori e fobia sociale
Facile sembra essere l’analogia con lo stile genitoriale dei soggetti con Fobia Sociale. In genere cresciuti in famiglie chiuse, con carenti relazioni sociali, timorose del giudizio altrui, sensibili alla vergogna e poco affettuose.
L’interesse di queste famiglie sembra più orientato ad avere giudizi positivi, o comunque non negativi, da parte degli altri che a godersi la vita. I genitori sono descritti spesso come ansiosi, ipercritici e severi.
In entrambe le condizioni appare chiaro come il coinvolgimento delle famiglie sia un fattore importante, in quanto esse contribuiscono non solo alla genesi, ma anche al mantenimento di tali situazioni.
Sindrome Hikikomori: tipologia primaria e tipologia secondaria
Abbiamo due tipologie di sindrome Hikikomori: si definisce primaria la tipologia in cui il soggetto non presenterebbe alcuna diagnosi grave pur non essendo in grado di entrare in società e di adattarsi al suo ambiente.
Si definisce secondaria, invece, quella condizione che include gravi disturbi mentali tra i quali il Disturbo d’Ansia Sociale.
Come già sottolineato, i soggetti con sindrome di Hikikomori potrebbero soffrire di molte patologie, tra le quali depressione, ansia, apatia, disturbi di personalità, antropofobia, ma, secondo alcuni autori, queste si presenterebbero solo successivamente, come conseguenza del prolungato isolamento.