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Come trovare il proprio Daimon vivendo con sobrietà

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Trovare il proprio Daimon è un percorso interiore che riporta alla luce ciò che a volte non riusciamo a vedere nel buio accecante della nostra frenetica vita.

Come trovare il proprio Daimon?

A volte bisogna rimettersi in discussione, ripassare mentalmente quanto fatto, quanto da fare, cosa ti è rimasto dentro delle esperienze vissute, cosa hai lasciato ad altri.

Ritrovarsi faccia faccia con se stessi non è facile ma è necessario concedersi il tempo di farlo, la voglia di ascoltare quello che abbiamo da dirci.

Il beneficio che possiamo ricevere è la condizione primaria che ci permette di vivere una vita piena, che ci permette di riscoprire la vera bellezza del mondo e semplicemente di essere felici.

Mi sono chiesta quali meccanismi muovono i fili delle nostre vite,  quale stile di vita mi restituisce benessere, quale mi sottrae vitalità.

Queste mie domande mi hanno portato a due risposte.

La prima risponde a ciò che mi sottrae vitalità: il superfluo. La seconda a cosa mi restituisce benessere: scoprire il mio Daimon.

Ma le due risposte possono anche essere scambiate, il risultato non cambia.

Oggi le nostre vite sono colme di cose superflue.

È così che il nostro benessere economico ci ha portato ad una totale povertà nelle  relazioni, riscoprendoci a volte inaffettivi, troppo razionali e cinici. 

Ci siamo venduti il nostro tempo e la nostre capacità di relazionarci con noi stessi e con gli altri, in cambio di un benessere economico, fatto di beni materiali e di quel tipo di benessere che definirei artificiale.

Abbiamo disimparato ad apprezzare piaceri semplici, ciò che la natura ci offre.

Un tramonto, un profumo, un viaggio, un incontro, tutto in cambio di un illusoria felicità virtuale, meglio se ben rappresentata con selfie e condivisa sui social, quasi più a voler convincere noi stessi e gli altri di essere davvero felici.

Questo è terribilmente triste, ancor di più se visto con occhi da osservatore e non da protagonista.

Togliere il superfluo per tornare all’essenziale

La mia soluzione a tutta questa insoddisfazione latente, a questa mancanza di consapevolezza e di sentimento, è iniziare a togliere il superfluo.

La società odierna sta affogando in un iniqua opulenza e nell’individualismo, ci stiamo accorgendo sempre più che così non si può andare avanti, che la strada che abbiamo percorso ad un tratto si interrompe ed è necessario intraprendere una nuova strada, quella della sobrietà. 

Un vocabolo un po’ fastidioso, che reputiamo limitante

Una parola che ci richiama ad un nuovo stile di vita, più contenuto.

Del resto la sobrietà è l’opposto dell’ebbrezza. E la nostra società, che è la società dell’abbondanza, è ebbra di piaceri e di cose materiali.

La sobrietà invece va all’essenziale.

È un bene relazionale che è armonia con se stessi, con gli altri e con le cose che ci circondano. Uno stile più parsimonioso, più pulito, più lento e più inserito nei cicli naturali.

 La sobrietà è un modo di essere, non di avere. 

È uno stile di vita che sa distinguere tra i bisogni reali e quelli imposti. È la capacità di dare alle esigenze del corpo il giusto peso, senza dimenticare le esigenze affettive, intellettuali e sociali.

Sobrietà vuol dire vivere in modo equilibrato, misurato, entro i limiti, nelle giusta misura, libero dalla dipendenza dei beni materiali.

Come trovare il proprio Daimon

La parola ellenica “daimon” significa letteralmente “distribuire destini”.

Il daimon sarebbe quindi quell’energia universale che assegna a ciascuno di noi il nostro personale destino.

Se scopri qual è il tuo daimon, se vivi per renderlo manifesto, raggiungi la felicità. 

Sto mettendo in discussione ciò che mi spinge in certe direzioni piuttosto che in altre, cercando di  capire se le scelte fatte sin ora sono scelte  incondizionate e sentite, sono concentrata nel capire il mio punto di realizzazione personale.

Non mi focalizzo sul mio trascorso, su cadute e sbagli, ma solamente nel comprendere a che livello si trova il mio punto di realizzazione, interrogarmi sul “per cosa sono predisposta” quali sono le mie capacità, le qualità per migliorare me stessa e contribuire attivamente a migliorare  l’ambiente che mi circonda.

Iniziare a diventare un produttore di felicità per me stessa e per gli altri.  

Felicità e infelicità sono prodotti dell’anima, la quale prova piacere o dispiacere in misura a quanto si sente realizzata. Per essere felici, quindi, bisogna essere realizzati. 

Non considero questo un punto di arrivo, penso che ci sentiamo realizzati nell’istante stesso che facciamo quello che ci piace, che ci fa stare bene.

Siamo realizzati nel momento in cui ci mettiamo in cammino verso la persona che stiamo desiderando di essere. 

Siamo realizzati quando viviamo secondo il nostro daimon.

Buena vida!

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