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Cos’è la paura e che ruolo ha nella nostra vita

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Cos’è la paura? Dobbiamo combatterla oppure forse dobbiamo imparare ad ascoltarla per vivere meglio con noi stessi e con gli altri?

Cos’è la paura?

Oggigiorno sento spesso parlare di paure, paura di non riuscire, di non essere capiti, di non raggiungere i propri obiettivi, paura di non essere all’altezza e così via.

Purtroppo viviamo in un momento storico in cui c’è in atto una guerra e stiamo faticosamente uscendo da una devastante pandemia.

Obiettivamente è normale sentirsi spaventati perché cosa c’è di più pauroso di una guerra e di un virus sconosciuto?

Che cos’è la paura?

La prima risposta più ovvia è: un sentimento.

Ci sono stati molti studiosi che nell’ambito delle neuroscienze hanno cercato di definire tale sentimento.

Sicuramente la paura è comune a tutti gli esseri umani e ha sempre avuto un  importante significato adattivo spingendo l’uomo ad evitare le situazioni pericolose  e permettendogli di sopravvivere.

Essa è infatti un campanello di allarme che ci viene in aiuto quando dobbiamo o scappare o affrontare o prendere decisioni importanti aumentando la nostra capacità attentiva, la forza, la velocità, l’ingegno e così via.

La teoria periferica delle emozioni

Già nel secolo scorso W. James con la teoria periferica delle emozioni postulava che l’emozione è collegata alla sensazione percettiva e non alla elaborazione cognitiva.

In pratica  se qualcuno ci chiede perché stiamo piangendo la risposta che ci viene immediata è perché siamo tristi.

Secondo tale teoria invece siamo tristi perché piangiamo, e non viceversa, e questo per l’epoca era inconcepibile perché tutto doveva essere riportato al ragionamento, al pensiero, come se il corpo, sede delle sensazioni, dovesse sempre dipendere dalla nostra mente.

Invece tante volte ci capita nella vita di sentirci tristi senza che sia accaduto nulla di grave o  di sentirci nervosi senza un reale motivo  e spesso non capiamo e questo ci rende ancora più nervosi e tristi perché non riusciamo a dare  un senso.

Emozioni come la paura ci aiutano a vivere meglio

Ma perché pensiamo ai sentimenti come qualcosa di negativo?

Lo studioso di neuroscienze Antonio Damasio ritiene invece che le emozioni possano influenzare anche le decisioni razionali della nostra vita (Neuropsicologia di Elisabetta Lavadas e Anna Berti, Edizione il Mulino).

Egli sostiene infatti che la ragione sia guidata dalla valutazione emotiva delle conseguenze dell’azione in questo caso l’emozione funziona come un marcatore somatico, cioè induce delle modificazioni  corporee.

I suoi studi fatti su persone con lesioni celebrali misero in evidenza che questi marcatori somatici segnalano vantaggi e rischi associati a ciascuna decisione, essi aiutano cioè a delimitare lo spazio decisionale escludendo immediatamente le opzioni svantaggiose.

In pratica l’uomo ha la capacità innata di avere dentro di sé delle sensazioni connesse alle emozioni, che lo indirizzano verso scelte migliori e che si affinano con l’esperienza.

Questo studioso ha messo in evidenza che le nostre emozioni non ci devono far paura necessariamente ma bisognerebbe ascoltarle e riconoscerle perché ci possono aiutare.

Cosa fare quando le emozioni diventano incontrollabili?

Quando le emozioni diventano però incontrollabili e non riusciamo più a sostenerle  e riconoscerle è utile chiedere aiuto ad uno psicologo.

Possiamo utilizzare delle tecniche di rilassamento che  aiutano a spostare l’attenzione dai pensieri alle sensazioni corporee.

Questo da un  modo di mettere a tacere quella parte che non si riesce più a controllare e entrare in contatto finalmente con sé stessi senza giudizi e senza paura.

Tutto ciò procurerà  sensazione di benessere i cui effetti benefici  si avvertitanno in tutto corpo e condizioneranno positivamente anche i nostri pensieri.

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