L’inverno sembra una stagione morta, ma in realtà può rappresentare un’occasione per guardarsi dentro e crescere. Vediamo come sfruttare le potenzialità di questo momento dell’anno in cui tutto rallenta
Guardarsi dentro e crescere: come fare?
L’inverno è una stagione morta solo all’apparenza.
In realtà la natura non sta morendo, sta solo dormendo. Sta riposando. Alla natura questo riposo serve per poter essere fruttuosa in primavera e in estate. Un seme deve essere sepolto nel terreno e riposare prima di poter crescere. Una pianta ha bisogno del freddo dell’inverno e di un tempo di ricarica per poter germogliare di nuovo.
Cosa ci insegna l’inverno?
L’inverno ci insegna che c’è un tempo per fiorire e uno per riposare. C’è un tempo per chiudersi dentro se stessi necessario a ridare nuova energia nelle stagioni successive.
Così il buio ci dà la possibilità di andare dentro e riflettere su chi siamo e cosa vogliamo. Apprezziamo la bellezza di passare più tempo con noi stessi: è nello stare in silenzio che riusciamo ad entrare in profondità dentro di noi. L’inverno ci invita alla riflessione e ad ascoltarci più attentamente.
La natura si sta ricaricando, si sta sviluppando, sta facendo aggiustamenti per rifiorire nuovamente.
E noi siamo lo stesso.
Nel mondo in cui viviamo non ci prendiamo il tempo necessario per ricostruirci e recuperare. Fuori è buio e immobile perché è il momento di riposare. Senza l’inverno interiore, non potremmo crescere.
Un’altra cosa che ci insegna l’inverno è l’importanza di mettersi a nudo. L’autunno ha fatto il suo corso e gli alberi ora sono nudi ed esposti, aperti e vulnerabili agli elementi naturali.
Un invito a tagliare, a scuotere e abbandonare lungo la strada le cose che non ci servono più. Perché il lasciare andare libera spazio per produrre nuovamente frutta. È proprio ciò che permette la crescita.
Guardarsi dentro e crescere: come fare?
La stagione invernale, quindi, ci invita a fermarci aperti e indifesi, dopo l’abbandono (autunnale) di ciò che non è più utile. L’inverno ci chiede di rimanere esposti. Vuoti. Vulnerabili. È un’esortazione a prendere contatto con le nostre fragilità e la nostra autenticità.
Permettiamo quindi alle nostre foglie di staccarsi dai nostri rami ogni tanto. Facciamo qualcosa che ci lasci un po’ insicuri, esposti, vulnerabili. Con i nostri rami spogli potremmo scoprire nuove storie di noi e rifiorire nuovamente.