Coaching, Psicologia

Cos’è la motivazione e perché è importante sentire di avere uno scopo nella vita

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Cos’è la motivazione? Perché a volte si ha la sensazione di non avere uno scopo nella vita? Come reagire a dei periodi di demotivazione ritrovando la giusta spinta? Scopriamolo insieme 

Cos’è la motivazione?

Sentire di avere uno scopo nella vita ci permette di vivere pienamente e in maniera soddisfacente.  Non è necessario che si tratti di un obiettivo grande o nobile: anche e soprattutto i traguardi quotidiani sono importanti, e anzi riuscire a gioire per il raggiungimento di piccoli obiettivi è un modo per vivere felicemente.

Tuttavia, non sempre è facile riuscire a trovare la giusta motivazione, qualcosa su cui valga la pena investire il proprio impegno e che renda la vita degna di essere vissuta.

Vediamo insieme cos’è la motivazione, qual è il suo significato in psicologia, quali sono i possibili effetti della mancanza di motivazione e come riuscire a trovare la propria. 

Cos’è la motivazione?

La parola motivazione viene dalle parole latine movere, che significa “movimento”. 

Il significato quindi allude a qualcosa che ci spinge a muoverci verso determinati obiettivi. La motivazione è il nostro motore psicologico, ciò che ci spinge ad agire e a fare delle scelte. 

Nella sua definizione più semplice, la motivazione è semplicemente il desiderio di qualcosa

Come ha origine la motivazione?

La motivazione, intesa in termini psicologici, nasce da una mancanza

Quando percepiamo un vuoto, o semplicemente la mancanza di “qualcosa”, o anche di un equilibrio, siamo spinti ad agire per modificare le circostanze rendendole più favorevoli e auspicabili per noi. Questa è la motivazione. 

Tipi di motivazione. 

Le motivazioni nella vita possono essere svariate, ma secondo le più comuni teorie psicologiche si suddividono in motivazioni primarie e secondarie: le motivazioni primarie sono innate e riguardano la soddisfazione di bisogni basilari dell’essere umano.

Secondo Maslow questi bisogni si organizzano in base ad una gerarchia, costituendo una piramide ideale che rappresenta un modello motivazionale, alla cui base si trovano i bisogni primari, legati alla fisiologia (fame, sonno, sesso etc.) e alla sicurezza (fisica e psicologica, legata quindi alla salute, alla famiglia, alla proprietà etc.) da soddisfare propedeuticamente al raggiungimento di quelli che si trovano in cima alla piramide, i bisogni di natura sociale e relazionale, la cui origine è psicologica e cognitiva ovvero: appartenenza, stima, autorealizzazione. 

Un’altra classificazione psicologica distingue la motivazione in estrinseca e intrinseca.

Le motivazioni estrinseche vengono dall’esterno e sono spesso correlate ad un riconoscimento sociale o ad un compenso, le motivazioni intrinseche invece vengono dall’interno e sono correlate ad un senso di soddisfazione e gratificazione personale. 

Una persona può essere mossa, nelle sue azioni, da diversi tipi di motivazione contemporaneamente.

Il lavoro è un ambito esemplare in cui diversi fattori psicologici influenzano il processo motivazionale: posso amare il mio lavoro, e quindi scegliere di farlo ogni giorno per una motivazione intrinseca e, legata alla mia autorealizzazione, ma allo stesso tempo anche perché ho bisogno di soldi (motivazione estrinseca e soddisfazione di un bisogno primario di sicurezza) e perché mi fa sentire stimato dal mio entourage e di appartenere ad un gruppo (bisogno di stima e appartenenza). 

Il processo motivazionale

Il processo motivazionale si compone di 3 fasi: dalla motivazione si passa all’azione e infine all’obiettivo. In questo processo quasi sempre entrano in gioco fattori emotivi ed affettivi che possono avere degli effetti sul processo motivazionale stesso. 

Da una parte, una forte carica emotiva può aumentare la nostra grinta nel raggiungere l’obiettivo e permetterci di superare anche grossi ostacoli, dall’altra un eccesso di emotività può portare alla reazione opposta, bloccandoci e impedendoci di agire per raggiungere i nostri obiettivi. 

Mettere in atto un comportamento motivato richiede una buona dose di autostima, la capacità di proiettarsi in un futuro in cui l’esito desiderato si verifica e soprattutto la capacità di mobilitare energie psichiche e fisiche per pianificare le azioni necessarie al raggiungimento dell’obiettivo desiderato. 

Cosa succede quando questo processo si blocca? 

Quando la demotivazione è patologica?

In alcune circostanze e momenti della vita, la motivazione può venire a mancare.

Sentirsi demotivati e incapaci di fronteggiare una determinata situazione è una cosa normale, una risposta naturale a emozioni forti e/o esperienze negative, come delusione, fallimento, scoraggiamento e stress, che possono indurre uno stato di apatia. 

Tuttavia, se questa si trasforma in una condizione perenne può valere la pena indagare, perché potrebbero esserci motivazioni più profonde, legate ad un trauma scatenante o a una situazione di disagio profondo, legato alla gestione di due emozioni intense: ambizione e ansia. 

Come dicevamo, quando desideriamo tanto qualcosa, quindi abbiamo una forte ambizione, invece di sentirci motivati ad agire potremmo sperimentare l’effetto opposto: avvertire una forte ansia rispetto all’obiettivo che ci siamo prefissati di raggiungere, con il risultato di bloccarci e non riuscire più a fare niente. 

Ansia e ambizione sono profondamente legate tra loro, e trovare il giusto equilibrio tra queste due emozioni non è semplice. Quanto più è grande l’ambizione, tanto maggiore può essere l’ansia che si collega al raggiungimento di quell’obiettivo. 

Se un po’ di ansia adattiva è normale quando ci si impegna per raggiungere qualcosa, e anzi positiva perché aiuta a convogliare le energie verso il nostro traguardo, spesso accade che una ambizione eccessiva, legata a obiettivi che si percepiscono come al di là delle proprie possibilità, generi a sua volta un’ansia patologica, che diventa limitante e provoca, fallimento, frustrazione e una conseguente perdita di motivazione. 

Come ritrovare la giusta motivazione nella vita?

Affinché sia sana, la motivazione deve puntare alla propria autorealizzazione e deve essere costruttiva, funzionale alla crescita personale e all’aumento dell’autostima. Se l’obiettivo che ci siamo prefissati non ci fa sentire così, forse semplicemente non è l’obiettivo giusto per noi, e saperlo riconoscere e accettare è importante per vivere bene. 

Se stai affrontando un periodo in cui ti senti stressato e demotivato, prova a seguire questi consigli per ritrovare la giusta motivazione e ridare un senso alla vita. 

  • Chiediti con onestà se l’obiettivo che stai provando a raggiungere ti interessa davvero, quanto sei disposto a impegnarti e se lo desideri ancora. Non aver paura della risposta: qualunque essa sia, ti aiuterà a conoscerti meglio e potrà venirne solo qualcosa di buono.
  • Se sei in una fase di indecisione forse è perché davanti a te hai troppe opzioni disponibili. Prova a ridurre le tue scelte, concentrandoti su ciò che davvero senti essere importante in questo momento della tua vita. 
  • Se sei in una fase di stallo o stai affrontando il momento successivo a un fallimento, prova a restare positivo: vivi il presente, circondati di persone che possano motivarti e ispirarti, non procrastinare e prova a visualizzare il successo. 
  • Contatta un professionista del benessere psicofisico: iniziare un percorso di terapia può aiutarti non solo a focalizzare meglio i tuoi obiettivi, ma anche a trovare nuove strategie per raggiungerli. 

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