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La positività tossica: cos’è e come incide sulle nostre vite

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Essere ottimisti a tutti i costi non fa bene: ecco quali sono gli effetti della positività tossica sulla salute mentale

Avete mai sentito parlare di positività tossica?

Probabilmente no, per almeno un paio di motivi interessanti: in parte perché siamo immersi in una cultura che promuove fortemente l’evitamento delle emozioni negative e in parte perché si tratta di un concetto relativamente nuovo. 

Cos’è la positività tossica?

Ma di cosa parliamo quando facciamo riferimento a “Positività tossica” o “Positività oppressiva” o ancora “Finta positività”?

Chiaramente non si può nè si deve condannare il fatto di essere ottimisti, così come è normale ricercare sensazioni e attività piacevoli, piuttosto che spiacevoli, ma la continua ricerca della sola piacevolezza, o una estrema necessità di provare solo sensazioni positive (il famoso “good vibes only”) rischia invece di proiettarci esattamente verso ciò da cui apparentemente stiamo rifuggendo: gli aspetti spiacevoli e pesanti che la realtà ci offre, le emozioni spiacevoli che questi ci suscitano e la capacità di saperli tollerare e gestire in modo adeguato.

Inoltre ottimismo e atteggiamento positivo anche in contesti in cui non è adeguato sono due aspetti molto diversi: l’ottimismo è un modo di pensare il futuro, il dover essere sempre “positivi” si riferisce specialmente a un modo di sentire nel presente.

Il ruolo psicologico delle emozioni

Per comprendere meglio questa prospettiva apparentemente contraria alla ricerca del proprio benessere psicologico, è opportuno andare al cuore della ragione dell’esistenza stessa delle nostre emozioni, che siano esse piacevoli o spiacevoli.

Le emozioni, di fatto, ci comunicano qualcosa in relazione a ciò che accade intorno a noi e dentro di noi. Sono uno strumento prezioso per capire come muoverci nel mondo che ci circonda, a capire in quale misura ciò che stiamo facendo (o pensando) sia adatto a noi o meno. Le emozioni, se utilizzate e gestite correttamente, sono una guida che ci permette di orientare le nostre azioni e compiere le nostre scelte in modo coerente con quella che è la nostra identità, i nostri valori, il nostro modo di essere. 

Tutte le emozioni, siano esse piacevoli o spiacevoli, e più o meno intense, hanno una durata limitata nel tempo, dopo aver raggiunto il loro picco. Il punto è però che, finchè l’ostacolo che non permette a quell’emozione di esaurirsi non viene rimosso, l’emozione resterà in qualche modo attivata, e quindi continueremo a sentirla per lungo tempo.

Talvolta l’ostacolo è rappresentato da un fattore esterno che può o non può essere modificato, mentre altre volte è proprio il fatto stesso di volersi allontanare dall’emozione che la mantiene attiva e ne rende la durata protratta nel tempo. 

Ed ecco il punto in cui la positività tossica si insinua, in modo anche celato e difficile da smascherare. 

Emozioni e giudizio di valore

Questo ideale infatti ci porta innanzitutto a etichettare le nostre emozioni come belle o brutte, buone o cattive, dandone un giudizio di valore che ci porta come logica conseguenza a evitarle. Tuttavia è importante tenere presente che, nel nostro sistema nervoso, le emozioni sono soprattutto utili, e che anche quelle spiacevoli sono da tenere in considerazione, in quanto non negative in assoluto. Sono un messaggio che la nostra mente ci manda, un segnale che va assecondato. 

Inoltre, il tentativo di ignorare ed evitare certi stati mentali, porta inevitabilmente alla generazione di ulteriori emozioni ancora più spiacevoli, che derivano proprio dal fatto di non riuscire ad essere felici nonostante si stia facendo proprio di tutto per esserlo.

Spesso la filosofia del “good vibes only” porta a forte senso di inadeguatezza, poiché non si è mai in grado di raggiungere quello stato mentale. Per come ci siamo evoluti, tuttavia, quello stato mentale non è un obiettivo realistico da porsi e, anzi, sarebbe piuttosto pericoloso per la nostra salute fisica e mentale. 

Positività tossica e salute mentale

Un altro aspetto sottovalutato nella nostra società, che come è abbastanza chiaro stigmatizza e condanna le emozioni negative, è la ricaduta della positività tossica sulla salute mentale delle persone.

L’illusoria idea che “se pensi positivo sarai felice” sembra una facile medicina che può immunizzare rispetto all’impatto di una emozione spiacevole nell’immediato, ma che ha in realtà un effetto molto invalidante su coloro che stanno vivendo situazioni personali drammatiche e negative, oppure persone con problemi di depressione e condizioni analoghe, portandole a focalizzarsi proprio sulla loro impossibilità di riuscire ad essere felici, facendola passare per una incapacità. Ci viene insegnato, infatti, che le le emozioni spiacevoli sono sbagliate.

I mass-media e i social-media spesso contribuiscono alla creazione di questo falso mito, generando o aumentando un conflitto che si crea tra le vere emozioni sperimentate dalle persone e quell’unica emozione alla quale si aspira e sembra essere irraggiungibile. 

Il fatto di non riuscire a soffermarsi sulle proprie emozioni può avere un impatto anche sulle relazioni sociali, in quanto non apre la strada a un dialogo onesto e costruttivo con l’altro. Teniamo presente infatti che ignorare o fingere che una emozione non esista significa negare un proprio bisogno, per cui diventa facilmente intuibile come questo possa creare relazioni ricche di fraintendimenti ed equivoci.

Positività tossica: conclusioni

In ultima analisi, per avere una vita ricca, piena, significativa, sarebbe opportuno dare spazio e voce a tutto ciò che sentiamo e che sentono le persone intorno a noi, incoraggiando noi stessi e gli altri a condividere le loro reali emozioni, in modo da poterle osservare, saperle descrivere e riuscire a viverle per come sono, e infine lasciarle andare, senza costrizioni o giudizi morali privi di una reale utilità per il nostro benessere. Avere un atteggiamento curioso e aperto verso tutte le emozioni che si provano, piuttosto che negarle o evitarle, può garantire un approccio realmente positivo verso se stessi

Un giorno, camminando per strada, sentii una donna esclamare:

“La vita mi ha dato tutto, le cose belle e le cose brutte. Per questo amo la vita!”

Una frase che non ho più dimenticato.   

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