Genitori e figli

Come sopravvivere ad una separazione

Home / Approfondimenti / Genitori e figli / Come sopravvivere ad una separazione
2 min

Affrontare una separazione è sempre difficile, ma a volte le persone non riescono ad uscire dalla dolorosa situazione del lutto. Ecco come capire quando è il caso di chiedere aiuto

La separazione costituisce un evento altamente stressogeno per chi la vive.

Ogni persona ha una storia e un vissuto personale che determinano percorsi di separazione differenti: alcune coppie ci arrivano attraverso riflessioni condivise e scelte ponderate, per altre l’interruzione del rapporto giunge dopo stagioni di litigi e conflittualità, per altre ancora è frutto di una decisione unilaterale.

Lo stesso deterioramento del legame di coppia generalmente si accompagna a situazioni stressanti. Il potenziale destabilizzante non riguarda solo la decisione di separarsi come evento unico, ma coinvolge l’intera gamma di esperienze emotivamente dolorose che solitamente precedono e seguono la fine di una storia.

Le conseguenze collaterali, come, ad esempio, il cambio di residenza di uno dei partner, la modifica delle modalità e dei tempi di frequentazione dei figli, le variazioni reddituali, per non parlare dei cambiamenti relazionali e comunicativi tra ex partner e rispettive famiglie di origine, costituiscono ulteriori fonti di stress, che vanno a sommarsi alla sofferenza legata alla necessità di rielaborare il significato delle proprie scelte di vita e della propria identità.

Affrontare la separazione: quando chiedere aiuto

Fortunatamente, dopo un’iniziale fase di incredulità, negazione e fisiologica sofferenza, l’individuo riesce a mobilitare una quota di risorse che gli consente di ritrovare un soddisfacente equilibrio emotivo e psicologico.

Può capitare, però, che emerga un’incapacità di voltare pagina, di riprendere in mano la propria esistenza, di superare il dolore legato alla separazione. Si tratta di situazioni in cui la sofferenza soggettiva va ben oltre la fisiologica elaborazione della fine di un legame. La sintomatologia è molto più intensa e duratura, spesso accompagnata da pensieri intrusivi, disturbi del sonno, stati di costante tensione, evitamento di stimoli (comportamenti, luoghi, contesti e/o persone) associati all’evento traumatico.

La fissazione su alcuni elementi della separazione sembra precludere la possibilità di concentrarsi su altro e l’intera esistenza dell’individuo finisce per ruotare attorno a questa tematica.

In tali casi è possibile che le dinamiche stressogene della separazione s’innestino in modo particolare su pregresse caratteristiche di funzionamento dell’individuo, assumendo una valenza traumatica.

I segnali più ricorrenti di questa dolorosa situazione sono:

  • pensieri intrusivi, ossia ricordi involontari legati ai momenti di maggiore stress che si presentano all’improvviso, rinnovando disagio e sofferenza
  • disturbi del sonno (fatica ad addormentarsi, sonno leggero, incubi e/o risvegli precoci)
  • evitamento di stimoli che richiamino alla mente la relazione con l’ex partner (passare di fronte al ristorante abituale, incontrare amici comuni, vedere fotografie  della vita insieme ecc.), generando ansia
  • difficoltà di concentrazione;
  • manifestazioni  psicosomatiche (problemi di stomaco, cefalea, tensione e/o stanchezza cronica, eruzioni cutanee ecc…);
  • disperazione e senso di vulnerabilità derivanti dalla non accettazione della separazione che impediscono alla persona di pensare al futuro in modo adeguato.

In casi come questo l’individuo può rimanere letteralmente bloccato all’evento traumatico, senza riuscire a superarlo, ad andare avanti e a ritrovare un proprio equilibrio psichico. Quando ci si rende conto di trovarsi in una situazione del genere, chiedere aiuto è la scelta migliore per affrontare il lutto della separazione e riuscire a ritrovare se stessi. 

Una psicoterapia o anche un gruppo AMA possono essere un valido supporto per affrontare la perdita e riuscire ad uscire da una situazione di stallo. 

Chi sono
Menu