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Rapporto difficoltoso madre-figlio: ecco le cause

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La madre rappresenta la prima persona che vede un figlio e il loro legame, che inizia in gravidanza, può rischiare di essere dannoso per la crescita del figlio

In un rapporto difficoltoso tra madre e figlio spesso si possono individuare le cause nella frustrazione, nell’incompiutezza e nella mancanza di autentica risoluzione da parte del genitore che cerca di colmare in maniera inconscia i suoi vuoti attraverso l’esercizio del controllo su una creatura che è più fragile e malleabile.

Khalil Gibran, poeta e aforista libanese dell’inizio del Novecento, affermava che un genitore può dare al figlio il suo amore ma non le sue idee, perché un figlio, anche quando è piccolo e bisognoso è un’entità separata con una sua volontà irriducibile e una sua sacralità. 

Cercando di colmare dei vuoti interiori, le madri rischiano di condizionare la crescita dei figli

Molto spesso però sono proprio le madri a condizionare pesantemente il figlio soprattutto quando hanno bisogno di colmare un vuoto dentro di loro che può essere dovuto da vari motivi: da un partner assente o problematico, una realizzazione incompiuta, un vuoto di desiderio. In una situazione del genere non avviene quindi quel distacco naturale tra madre e figlio che dovrebbe concludersi con una scelta di “ritirarsi” da parte del genitore e che dovrebbe permettere al figlio di maturare le proprie idee e la propria personalità.

Quando questo non accade si rischia di soffocare questa crescita del figlio che può sfociare in effetti disastrosi che spaziano dalla difficoltà nel libero dispiegarsi della personalità più vera, fino al dramma della passività radicale.

La depressione, l’abulia e l’inibizione nelle relazioni sono una conseguenza possibile di un rapporto malsano tra madre e figlio

Tale condizione può passare attraverso l’inibizione nelle relazioni o nel lavoro, la depressione, l’abulia (disturbo dell’attività intenzionale, per cui l’individuo si sente incapace di prendere decisioni anche in situazioni poco rilevanti, ma anche disturbo della motivazione, per cui l’individuo si sente incapace di portare a termine l’azione anche quando questa è desiderata).

Questa ribellione provocatoria o i sintomi auto invalidanti restano gli unici modi per dar voce alla volontà di distacco del figlio che però non si rende conto che in questa direzione è proprio lui a pagarne le conseguenze più concrete.

I sensi di colpa dei figli prendono il sopravvento mentre si aspetta il cambiamento

I figli che vivono questo tipo di rapporto con la madre, sviluppano sensi di colpa la fanno da padrone perché quando ci si ribella o si vive una situazione di depressione, spesso non concludendo nulla bisogna poi fare i conti anche con la delusione generata nella madre.

In questo modo, l’invisibile laccio tra madre e figlio non si spezza, restando sempre in attesa che sia l’altro a cambiare posizione e generare così taglio netto.

A volte è il genitore che si ridimensiona, spesso dopo crisi profonde o grazie al coraggio del figlio che compie l’atto di rompere il cordone.

Il giovane diventa libero da questa situazione solo se ne è pienamente cosciente e consapevole.

È un processo difficile e doloroso che passa inevitabilmente attraverso delle fasi intermedie in cui troverà spazio anche il rimorso; ma solo attraversando queste situazioni con lucidità e razionalità, il rapporto tra madre e figlio potrà arrivare a una fase di riconciliazione necessaria per il benessere di entrambi. Non ci sono delle tempistiche per questo percorso ma ci sono delle linee guida da seguire come l’approccio terapeutico psicologico

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