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Dipendenza affettiva: cause e conseguenze

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Si definisce “dipendenza affettiva” una relazione che sfocia in ossessione ed è vissuta come condizione unica, indispensabile e necessaria per la propria esistenza.

Il disturbo dipendente di personalità riguarda individui che non riescono a prendere decisioni in maniera autonoma e finiscono per essere sottomessi dai loro partner. Gli individui che affrontano questo disturbo hanno continuamente bisogno di attenzioni e rassicurazioni e non riescono a “funzionare” in maniera soddisfacente se un altro non si prende cura di loro (DSM-IV-TR, APA, 2000).

Le origini della dipendenza affettiva

Per individuare le origini di una dipendenza affettiva bisogna scavare nel rapporto con i propri genitori durante l’infanzia. Probabilmente in queste situazioni è possibile riscontrare che i genitori hanno lasciato insoddisfatti i bisogni infantili costringendo i bambini, i cui bisogni d’amore rimanevano inappagati, ad adattarsi imparando a limitare i loro bisogni.

Questo processo di limitazione può portare al formarsi di pensieri del tipo:

“I miei bisogni non hanno importanza” o “non sono degno di essere amato”.

Da adulti, questi bambini che si sono sentiti “non amati” possono arrivare a dipendere dagli altri per quanto concerne il proprio benessere psico-fisico e trovarci così la soluzione ai loro problemi.

Vivono nella paura di essere rifiutati, scappano dal dolore, non hanno fiducia nelle proprie capacità e si giudicano persone non degne d’amore.

Durante l’infanzia, i genitori sono fondamentali nella creazione dell’autostima dei bambini

I primi anni della vita sono fondamentali nel formare la propria autostima e i genitori giocano un ruolo essenziale in quanto ne determinano la creazione.

L’autostima si sviluppa in maniera negativa o positiva a seconda dell’esperienza vissuta, sia durante l’infanzia, in cui appunto gli adulti sono essenziali, sia durante il corso della vita.
Werner e Silbereisen (2003), hanno riscontrato in una loro ricerca che le ragazze che hanno un rapporto conflittuale con il proprio padre e non trovano nella sua figura un’esperienza di sostegno, hanno maggiori probabilità di coinvolgersi in relazioni affettive patologiche.

Una ferita durante l’infanzia e l’adolescenza influenza le relazioni sentimentali e quindi la scelta dei partner. Infatti un’insana relazione uomo-donna vissuta all’interno della famiglia sembrerebbe influenzare lo sviluppo delle scelte affettive femminili inducendo le donne, che hanno vissuto quest’esperienza negativa con il proprio padre, alla scelta di partner devianti.

Infatti può capitare che donne che hanno vissuto una relazione affettiva deviante con il proprio padre, fatta di abusi sessuali e psicologici, risultano più fragili rispetto a quelle che invece hanno avuto una relazione serena ed appagante con il proprio genitore (Miller, 1994; Werner et al., 2003).

La fragilità di queste donne sembrerebbe condurle verso relazioni affettive in cui elemosinano attenzioni e continue conferme da parte del proprio partner perché quando l’altro non c’è, non basta il suo pensiero a rassicurarle (Amaro e Hardy-Fanta, 1995).

Una carenza di autostima può generare timore di disapprovazione e sensazione di abbandono

L’emozione prevalente consiste nel timore della disapprovazione e dell’abbandono. Queste persone, avendo una carenza di autostima, fanno dipendere il proprio valore di persona dagli altri e/o comunque da qualcosa di estraneo a se stesse.

Queste persone non sentono di meritare di essere amate per come sono. Non si sentono interessanti, degne di essere accettate, accolte e amate. Dominate da questi timori, queste persone mettono al primo posto tutto tranne che se stesse.

Ciò vale in qualsiasi campo della vita: non solo negli affetti, ma anche in famiglia e sul lavoro. Questo accade perché erroneamente si pensa che il proprio benessere dipenda unicamente da un altro, per cui si finisce col mettere la propria vita nelle mani di questo altro e si accetta che costui faccia di tutto.

Pur di ottenere affetto, stima e riconoscimento del proprio valore, si accettano compromessi di ogni genere, verso una dimensione che annulla la propria dignità: si dice sempre di sì alle richieste esterne, non riuscendo a mettere confini a quanto si è disposti a subire. In altre parole, la strada per ottenere affetto è quella di annullarsi come persona, rendendosi schiavi del partner.

Per queste persone, l’unico modo, l’unica strada possibile per ottenere l’amore è quella di piegarsi alla volontà dell’altro.

In questo modo, l’amore diventa compensazione di qualcosa che riempie i vuoti, controlla le paure e seda i bisogni.

Il rapporto in questo modo non è rappresentato più dall’incontro tra due persone e tra uno scambio equo di qualsiasi genere, ma diventa dipendenza e limitazione, provocando un forte dolore psicologico che può diventare talmente violento da essere difficilmente sopportabile.

Lentamente ma inesorabilmente si avvia un percorso di auto-costruzione di barriere che imprigionano invece di rassicurare: il risultato finale porta chi “ama troppo” a rinchiudersi in una sorta di gabbia.

Le conseguenze della dipendenza affettiva

Possono esserci diverse conseguenze a questo tipo di dipendenza:

una sofferenza psichica che si manifesta in modi differenti: da generici sentimenti di insoddisfazione e di frustrazione fino a veri e propri disturbi di tipo depressivo;
un elevato rischio di diventare vittime di violenze psicologiche e fisiche: chi ha una dipendenza affettiva è spesso portato a scegliere partner incapaci di dare un autentico affetto e che conoscono solo i meccanismi della violenza.

Inconsciamente, chi vive una situazione di dipendenza affettiva continua a denti stretti a lottare per mantenere questo tipo di rapporto se pur malsano perché si illude che possa essere l’unico modo per avere il tanto desiderato bisogno di protezione.

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