Genitori e Figli, Relazioni
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Ce l’ho fatta a superare la separazione dei miei genitori

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Sono C., ho 20 anni e sono figlia unica di due persone che 5 anni fa hanno deciso di separarsi.

Mi sono sempre chiesta come ho fatto a sopravvivere a tutta una vita (la mia fino a 15 anni) in cui li ho  sentiti praticamente solo litigare anche per cavolate (adesso realizzo che alcuni motivi di discussione erano cavolate, inconsistenti e futili cavolate!).

Certo mentre vivevo quelle urla, quegli attacchi reciproci, quelle frecciatine taglienti durante OGNI pranzo e OGNI cena, mica pensavo fossero stupidaggini. Oggi so che alcune lo erano e allora se si scannavano anche per stupidaggini, erano proprio gravi!

Ciò nonostante non ho mai pensato che sarebbe stato meglio non vederli più insieme, stare un po’ con uno e un po’ con l’altra, insomma non ho mai sperato si separassero.

Quei litigi mi sembravano il male minore. Non capivo però che mi facevano un male tremendo e provocavano in me una grande angoscia.

L’ho capito dopo, l’ho provato sulla mia pelle…ma durante tutti quegli anni pensavo quasi fosse la normalità. Per me lo era senza dubbio.

Ho visto spesso mia madre piangere, anche se provava a non farmelo pesare e si nascondeva.

Ma io mica ero stupida.

Bisognosa d’amore si, ma stupida no!

Lei aveva sempre gli occhi gonfi di lacrime, nel tempo aveva anche smesso di truccarsi. E rimaneva comunque bellissima. Lo è oggettivamente anche oggi che ha 52 anni.

Mio padre era sempre nervoso, incavolato pure con i muri e spesso sbatteva le porte e la soluzione era trovata! Ho visto piangere anche lui, ho sentito telefonate con parenti e qualche amico.

Erano tutte informazioni spezzettate che reperivo un pezzo di qua e un pezzo di là. E io? Che facevo?

Andavo avanti, andavo a scuola, a nuoto, suonavo la chitarra (oggi la odio perché spesso mi chiudevo in camera e suonavo per coprire le loro urla). L’ho venduta poi quella chitarra. Così anch’io mi sono separata.

Però mi ha tenuto compagnia e mi ha protetto fino al giorno in cui mamma e papà mi hanno comunicato la loro volontà di separarsi. 

Era una domenica di fine gennaio, lo ricordo come fosse ieri.

Ero appena tornata dal caffè della domenica con Serena, la mia più cara amica, quella che probabilmente mi ha salvata. E i miei mi aspettavano a casa come se dovessero comunicarmi la fine del mondo, un cambiamento epocale,  l’avvento dell’era digitale…beh certamente in quel momento per me fu come la fine del mondo! Quella notizia che mai e poi mai avrei voluto sentirmi dire.

Mi sentii dire tante belle frasi, che comunque rimanevano i miei genitori, che mi volevano sempre bene, anzi di più, che avrei avuto la possibilità di stare in due case diverse, che ero abbastanza grande per poter capire ecc…Balle tutte balle.  E poi capire che cosa? Che stavano per fare l’unica cosa al mondo che non avrei mai voluto??

Ricordo che mi alzai dal divano in un pianto disperato, scesi dalle scale e corsi per mezz’ora senza fermarmi e capire dove cavolo stavo andando. 

Da quel giorno mi sono chiusa in un silenzio tutto mio, ho venduto la chitarra perché manco quella volevo sentire.

Questo isolamento totale è durato due anni…due lunghi infiniti insopportabili anni.

Frequentavo il liceo scientifico e aprivo bocca solo per le interrogazioni e per fare domande durante le spiegazioni dei professori, non socializzavo e non volevo essere amica di nessuno. Avevo voti altissimi in tutte le materie.

Un giorno Serena mi disse che lei andava da una psicologa da quando suo fratello maggiore era entrato in una comunità di tossicodipendenti, cosa che l’aveva fatta sprofondare in una depressione pesantissima.

Io non avevo mai nemmeno sentito parlare di psicologi. Sapevo un po’ qual è il loro lavoro, ma non avevo mai nemmeno lontanamente pensato di capire veramente cosa facessero. Però mi colpì che Serena avesse iniziato questo percorso e cominciai a documentarmi su internet.

Per farla breve, dopo 6 mesi andai da una psicologa consigliata da quella che era stata la mia insegnante di chitarra, l’unica persona con cui due parole ogni tanto continuavo a dirle. Con lei ero rimasta in contatto, ci sentivamo per telefono e ogni tanto passavo a salutarla, sempre rigorosamente dal marciapiede, nella sua scuola di musica.

Oggi, dopo tre anni di psicoterapia ancora in atto, posso dire che la mia vita ha avuto una svolta.

Ho capito che il mio dolore, mascherato  dalla sofferenza legata al non vedere più insieme i miei genitori, era causato dal fatto che ero convinta di essere stata io a provocare le liti di tutta una vita tra i miei genitori e la conseguente separazione.

Non so perché, ma il mio senso di colpa mi stava uccidendo. 

Oggi la mia vita è diventata una vita e anche bella per certi aspetti.

Io li ho capiti i miei genitori, forse.

Ho ripreso una vita sociale, ho iniziato a giocare a padel e sono anche molto innamorata del mio ragazzo con cui sto da circa un anno. Non avrei mai pensato di dare una chance all’amore, al rapporto di coppia e invece ce l’ho fatta…io ce l’ho fatta!

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1 Commento. Nuovo commento

  • L’esperto risponde
    Sandra Cappello
    Coach/Life Coach/Mental Coach
    14/10/2021 18:09

    Grazie per aver condiviso la tua esperienza.
    Sicuramente le esigenze di una bambina, fino ai 10 anni circa sono quelle di appartenenza, e sicuramente è stato un periodo di sofferenza, l’adolescenza porta un giovane a cercare il gruppo di riferimento e forse a staccarsi leggermente dai problemi che possono esserci dentro casa, ma ne porta altri. Continua la psicoterapia, credo che possa ancora darti tanto. Quando sarai moglie e madre se lo vorrai, forse avendo modo di vivere altre dimensioni della vita di un adulto, riuscirai a capire le scelte e i tempo dei tuoi genitori, forse non stati ottimali per te, ma magari non volevano nemmeno danneggiati. In bocca al lupo per il tuo percorso di vita.

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