Non sono più giovanissimo ma non mi definisco un anziano.
Gli anziani erano i miei nonni alla mia età. Io ho 75 anni e Maria, mia moglie, ne ha 73. Abbiamo ancora molta voglia di vivere e soprattutto la fortuna di poterlo fare.
Eppure da quasi un anno viviamo segregati in casa aspettando la videochiamata dei nostri figli che ci fanno vedere come stanno i nostri 3 splendidi nipotini che intanto stanno crescendo senza le nostre coccole.
Fa paura questo Covid anche a noi. Perché non sappiamo quante primavere ci aspettano ancora e dover rinunciare a un anno di vita, di crescita e di sorrisi dei nostri figli e nipoti, fa veramente male.
Spesso mi sono fermato a pensare a quante difficoltà ho dovuto affrontare con la mia Maria in questi 40 anni di matrimonio. Dalla nascita del nostro primo genito al lavoro perso, perché c’era la crisi. Dalla seconda gravidanza di Maria che è stata costretta a letto per un sacco di tempo, alla scelta finalmente della nostra casa, quella da cui vi sto scrivendo ora. Il nostro rifugio, la nostra casa, piena del nostro amore.
E ora in quella casa penso e ripenso che tutto quello che abbiamo affrontato lo conoscevamo e sapevamo che sarebbe passato, prima o poi.
Adesso invece questa incertezza mi spaventa e spaventa anche Maria, che vedo sempre meno sorridente mentre affacciata alla finestra cerca di vedere un po’ di persone, vere.
Certo le restrizioni sono più blande ma noi continuiamo a mantenere lo stesso stile di vita di quest’ultimo anno e mezzo perché forse queste nuove “libertà” ci spaventano ancora di più.
Fortunatamente noi siamo stati già vaccinati e ora aspettiamo che di vaccinati ce ne siano una bella fetta prima di tornare a godere dei nostri piccoli ma importantissimi momenti di felicità.